Disporre i materiali
La chiave del criterio con cui dispongo i materiale è renderli accessibili: a seconda dei laboratori questo significa, per esempio, disporli ordinatamente nello spazio oppure confusi e nascosti dentro ad una antica valigia dove ciascun bambino potrà perdersi un po’ prima di trovare il proprio speciale foglio di carta. Può significare che devono essere nell’ordine in cui li uso, in modo da non perdere tempo a cercarli (cosa che potrebbe significare, alle volte, perdere l’attenzione dei bambini più piccoli); può significare che devono essere pronti per l’uso oppure, al contrario, da preparare insieme ai bambini in modo da vivere insieme a loro il processo. Dipende da ciò su cui si focalizza il laboratorio.
Lo spazio in cui si svolge un laboratorio è come uno spazio scenico: ha un rigore, ma è elastico per poter cogliere l’inaspettato che giunge sempre. Entrare in quello spazio è sempre attraversare una soglia in cui l’attenzione cambia. L’ascolto si affina non solo verso gli altri ma anche verso se stessi.